Il Liceo Mamiani e l’Associazione Vittime Civili di Guerra: una storia di dialogo internazionale e non solo

Venerdì 20 settembre le classi 3C e 4B del Liceo Linguistico Mamiani di Pesaro (accompagnate dai docenti Paolo Pierucci e Francesca Cecchini) si sono recate a Milano per un’uscita didattica. La meta della loro gita fuori porta? Prendere parte all’incontro pubblico intitolato “Le vittime civili di guerra e l’opera di Don Carlo Gnocchi: la storia continua”; l’esperienza è stata possibile grazie alla collaborazione tra il Liceo Mamiani e l’Associazione Vittime Civili di Guerra. 

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Dopo il tragitto in autobus, noi ragazzi ed i docenti accompagnatori ci siamo destreggiati tra le vie, le piazze e i viottoli del centro storico di Milano. E, piano piano, un timido sole autunnale ha fatto capolino in quella che sembrava inizialmente una giornata uggiosa, illuminando il Duomo di una luce unica. 

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Verso le ore 15 ci siamo diretti a Palazzo Marino, sede dell’amministrazione comunale e luogo dell’incontro. Il pomeriggio si è aperto con i saluti del Rappresentante del Comune di Milano ed altre autorità; in seguito abbiamo ascoltato gli interventi del docente universitario Edoardo Bressan (il quale ci ha introdotto al complicato quadro storico-sociale del secondo Dopoguerra e alla nascita delle prime istituzioni assistenziali), del rappresentante dell’Associazione Paolo Jacobazzi (il quale ci ha spiegato quanto sia essenziale l’impegno dell’organizzazione per i diritti delle vittime civili di guerra) e del rappresentante della Fondazione di Don Gnocchi, Mons. Angelo Bazzari (che ci ha brillantemente illustrato l’opera del Beato Don Gnocchi). Nella bellissima Sala Alessi, moderati dal giornalista Toni Capuozzo, si sono susseguite toccanti testimonianze da parte delle vittime civili che hanno condiviso con noi la loro storia e tutta l’emozione che la giornata portava con sé. In questo giorno infatti, 80 anni fa, durante la Seconda Guerra Mondiale, avvenne la Strage di Gorla; bombardamento effettuato dagli alleati americani che colpì l’omonimo quartiere e che causò la morte di 184 bambini, alunni della scuola elementare milanese “Francesco Crispi”. Questi testimoni hanno incontrato Don Gnocchi nel loro cammino di vita e dal dialogo con quest’uomo sono usciti profondamente cambiati e cresciuti umanamente.

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Da questa giornata abbiamo imparato quanto sia importante ricordare le morti dei civili e l’umanità dei sopravvissuti e quanto raccontare che cos’è la guerra sia un lavoro molto duro ma strettamente necessario se vogliamo costruire un mondo in cui non sia solo il conflitto ad essere di tutti. Serve che anche la pace sia una realtà per tutti: pensiamo ad esempio ai conflitti in atto in questo momento nel mondo, come la guerra tra Russia e Ucraina e quella tra Israele e Palestina. Ripercorrere attraverso le parole la vita dei mutilati e di Don Gnocchi ci ha insegnato che possiamo cogliere anche nel messaggio tragico della morte un messaggio di vita, e nella follia e nella disperazione, un messaggio di speranza e solidarietà.